Siamo stati a trovare Francesco De Santis il più grande palmologo italiano, autore di "Palma palmae" , che appoggia la nostra battaglia e condivide con noi la volontà di salvare le palme italiane. Siamo in contatto con lui per ciò che riguarda tutte le ultime novità sull'azione preventiva e di lotta al punteruolo rosso e in particolare con la lotta biologica. Grande esperto e appassionato, ha dedicato la sua vita a far si che le palme vengano riconosciute oltre per il loro valore botanico e paesaggistico anche per la loro alta valenza culturale, elementi fondanti da sempre nella nostra cultura. Su quest'ultimo punto pensiamo infatti che sia indegna la completa assenza o minima voce sulla difesa delle palme da parte del Ministero dei Beni Culturali , un segno negativo della superiorità dell'uomo sull'ambiente. Un'assenza alla quale presto bisognerà rimediare. Per comprendere quanto la palma sia radicata nella nostra cultura e sia fondamentale difenderla per difendere la nostra storia e il nostro passato citiamo , estratto dal libro di De Santis un brano tratto dal
Vangelo apocrifo delle Pseudo Matteo.
Mi meraviglio che tu dica questo, - le rispose Giuseppe, - poiché vedi quanta è l'altezza di codesta palma, e che tu pensi di poterne mangiare i frutti! Io mi preoccupo piuttosto per la penuria dell'acqua, che già ci è venuta a mancare negli otri e non ne abbiamo più da poter rifocillare noi e i giumenti. Allora il piccolo Gesù, che con volto sorridente riposava nel grembo di sua madre, disse alla palma: Piegati, albero, e ristora mia madre con i tuoi frutti!. E subito, a questa voce, la palma chinò la sua cima fino ai piedi di Maria, e da essa raccolsero frutti con cui tutti si saziarono. Ma anche dopo che erano stati raccolti tutti i suoi frutti, restava piegata, attendendo di rialzarsi al comando di colui al cui comando si era chinata. Allora Gesù le disse: Rialzati, palma, e riprendi vigore, e sii compagna dei miei alberi che sono nel paradiso di mio padre. E adesso apri dalle tue radici la vena che è nascosta sotto terra e lascia fluire da essa acqua a nostra sazietà. Subito la palma si drizzò e attraverso le sue radici cominciarono a sgorgare sorgenti di acqua limpidissime e fresche e straordinariamente dolci. Al vedere le sorgenti d'acqua, furono rallegrati da grande gioia e si dissetarono con tutti i giumenti e gli uomini, rendendo grazie a Dio. Il giorno dopo partirono di là e nel momento in cui si accinsero a riprendere il cammino Gesù, rivolto alla palma disse "Che uno dei tuoi rami sia portato via dai miei Angeli e venga piantato nel Paradiso di mio padre. E inoltre ti concederò quest'altra benedizione : che a tutti coloro che avranno vinto in qualche competizione si dica loro : siete pervenuti alla palma della vittoria". Mentre così parlava ecco che apparve un Angelo del Signore ritto sopra l'albero della palma, e colto uno dei suoi rami volò al cielo tenendo in mano il ramo. Nel veder ciò caddero tutti con la faccia a terra e restarono come morti. Ma Gesù si rivolse a loro dicendo "Perchè nei vostri cuori si è insediata la paura? Non sapete che questa palma che ho fatto trasportare in Paradiso sarà a disposizione di tutti i Santi nel Luogo di Delizie, così come è stata a disposizione vostra nel luogo di questo deserto? Allora quelli si rizzarono tutti pieni di gioia".
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