venerdì 19 febbraio 2010

La Palma del Paradiso

Siamo stati a trovare Francesco De Santis il più grande palmologo italiano, autore di "Palma palmae" , che appoggia la nostra battaglia e condivide con noi la volontà di salvare le palme italiane. Siamo in contatto con lui per ciò che riguarda tutte le ultime novità sull'azione preventiva e di lotta al punteruolo rosso e in particolare con la lotta biologica. Grande esperto e appassionato, ha dedicato la sua vita a far si che le palme vengano riconosciute oltre per il loro valore botanico e paesaggistico anche per la loro alta valenza culturale, elementi fondanti da sempre nella nostra cultura. Su quest'ultimo punto pensiamo infatti che sia indegna la completa assenza o minima voce sulla difesa delle palme da parte del Ministero dei Beni Culturali , un segno negativo della superiorità dell'uomo sull'ambiente. Un'assenza alla quale presto bisognerà rimediare. Per comprendere quanto la palma sia radicata nella nostra cultura e sia fondamentale difenderla per difendere la nostra storia e il nostro passato citiamo , estratto dal libro di De Santis un brano tratto dal

Vangelo apocrifo delle Pseudo Matteo.

Il terzo giorno dopo la loro partenza accadde che Maria nel deserto si stancò per il troppo ardore del sole, e vedendo un albero di palma disse a Giuseppe: - Vorrei riposare un poco alla sua ombra-. E Giuseppe si affrettò a condurla sotto la palma e la fece scendere dalla giumenta. Appena si fu seduta, Maria, guardando la chioma della palma, vide che era carica di frutti e disse a Giuseppe: -Desidererei, se fosse possibile, raccogliere di quei frutti di questa palma.
Mi meraviglio che tu dica questo, - le rispose Giuseppe, - poiché vedi quanta è l'altezza di codesta palma, e che tu pensi di poterne mangiare i frutti! Io mi preoccupo piuttosto per la penuria dell'acqua, che già ci è venuta a mancare negli otri e non ne abbiamo più da poter rifocillare noi e i giumenti. Allora il piccolo Gesù, che con volto sorridente riposava nel grembo di sua madre, disse alla palma: Piegati, albero, e ristora mia madre con i tuoi frutti!. E subito, a questa voce, la palma chinò la sua cima fino ai piedi di Maria, e da essa raccolsero frutti con cui tutti si saziarono. Ma anche dopo che erano stati raccolti tutti i suoi frutti, restava piegata, attendendo di rialzarsi al comando di colui al cui comando si era chinata. Allora Gesù le disse: Rialzati, palma, e riprendi vigore, e sii compagna dei miei alberi che sono nel paradiso di mio padre. E adesso apri dalle tue radici la vena che è nascosta sotto terra e lascia fluire da essa acqua a nostra sazietà. Subito la palma si drizzò e attraverso le sue radici cominciarono a sgorgare sorgenti di acqua limpidissime e fresche e straordinariamente dolci. Al vedere le sorgenti d'acqua, furono rallegrati da grande gioia e si dissetarono con tutti i giumenti e gli uomini, rendendo grazie a Dio. Il giorno dopo partirono di là e nel momento in cui si accinsero a riprendere il cammino Gesù, rivolto alla palma disse "Che uno dei tuoi rami sia portato via dai miei Angeli e venga piantato nel Paradiso di mio padre. E inoltre ti concederò quest'altra benedizione : che a tutti coloro che avranno vinto in qualche competizione si dica loro : siete pervenuti alla palma della vittoria". Mentre così parlava ecco che apparve un Angelo del Signore ritto sopra l'albero della palma, e colto uno dei suoi rami volò al cielo tenendo in mano il ramo. Nel veder ciò caddero tutti con la faccia a terra e restarono come morti. Ma Gesù si rivolse a loro dicendo "Perchè nei vostri cuori si è insediata la paura? Non sapete che questa palma che ho fatto trasportare in Paradiso sarà a disposizione di tutti i Santi nel Luogo di Delizie, così come è stata a disposizione vostra nel luogo di questo deserto? Allora quelli si rizzarono tutti pieni di gioia".

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